Il tempo per un esercito europeo è adesso
Il mondo si sta trasformando con una rapidità che lascia poco spazio all'inerzia. La parola guerra, che in tutta la sua tragicità ci sembrava appartenere al secolo scorso, è tornata prepotentemente all’ordine del giorno, a partire dal conflitto in Ucraina.
In questo quadro l’Europa va in ordine sparso. Non è efficace sui tavoli internazionali, perché ha una diplomazia che parla con diverse voci e perché, spesso a ragione, viene vista come un attore che si muove solo sulla scia dell’alleato americano, mentre gli Stati Uniti si avviano verso una elezione presidenziale che potrebbe portarli a disimpegnarsi dal ruolo di guida sulla scena mondiale ed a disinvestire dalla NATO. Ma l’Europa non è efficace anche perché si muove con 27 politiche estere oltre a quella di Bruxelles e perché ci sono 27 eserciti, dei quali una larga parte di piccole dimensioni.
E’ tempo di un esercito europeo, non solo di un coordinamento della diplomazia e della politica estera e di difesa tra i Paesi membri. Un esercito vero e proprio, che sappia affiancarsi all’Alleanza atlantica, che permetta di coordinare le filiera di approvvigionamento e l’addestramento, che lavori per quella stabilizzazione delle tensioni internazionali che tutti auspichiamo, che sia in grado di affiancare l’attività diplomatica europea e di operare nelle missioni internazionali, anche di protezione civile quando occorre, ma che possa diventare la migliore forma di dissuasione per chi volesse minacciare la nostra indipendenza e le nostre libertà. Un esercito che sia un ulteriore passo verso un’Unione riformata in modo da essere più forte, più efficace, più efficiente: un esercito degli Stati Uniti d'Europa.
Il tempo è adesso.
Primo firmatario: Enrico Borghi