Caffè europeo #22

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Germania, Francia, Italia: verso una nuova leadership europea?

Venti di cambiamento nella leadership europea.

La Germania ha un nuovo Cancelliere. Il leader dei Socialdemocratici Olaf Scholz è stato indicato dal Parlamento tedesco (Bundestag) come nuovo capo del Governo, approvandone la nomina con 395 voti a favore (il minimo era 369). Scholz sostituisce Angela Merkel, che lascia il suo incarico dopo sedici anni di mandato e una eredità importante per l'Europa.

Nominato ufficialmente Cancelliere l’8 dicembre 2021 dal Presidente della Repubblica federale Frank-Walter Steinmeier, Scholz è il quarto cancelliere del partito socialista tedesco SPD dopo Willy Brandt, Helmut Schmidt e Gerhard Schroeder. 63 anni e mezzo, figlio di operai tessili, di professione giuslavorista, già vice cancelliere e ministro delle finanze all'uscente governo di Grosse Koalition, come Merkel nato fuori dal circuito geopolitico della Germania di Bonn (in Bassa Sassonia), Scholz è cresciuto nella tradizionalmente socialdemocratica città libera di Amburgo, dove ha iniziato la carriera politica.

Scholz guida una nuova coalizione di governo, soprannominata il “semaforo”, per i colori dei tre partiti che hanno trovato un accordo dopo oltre due mesi di negoziati: i socialisti (SPD), i liberali (FDP) e i verdi (Bündnis 90/Die Grünen). Un contratto di governo di 176 pagine sigla l’intesa fra i tre partiti. Firmato simbolicamente in un edificio a Berlino chiamato ‘Futurium’, il contratto ambisce a rendere l'industria tedesca climaticamente neutrale, riducendo dell'80% il ricorso al carbone entro il 2030. Nella coalizione, il verde Robert Habeck ricopre l’incarico di vice-Cancelliere e il liberale Christian Lindner, definito 'il vice del vice', è designato al Ministero della Finanze.

Scholz ha concluso il 10 dicembre il suo primo viaggio istituzionale a Parigi, per incontrare il presidente francese Emmanuel Macron e confermare anche sulla scena internazionale che il governo tedesco sarà “un esecutivo di continuità rispetto al precedente, soprattutto sul fronte europeo”. Nella conferenza stampa al termine dell’incontro all’Eliseo, Scholz ha affermato che Germania e Francia lavoreranno insieme per “rafforzare” l’Unione europea in “tutte le dimensioni necessarie: dall’economia alla sicurezza e alla politica estera”. Poi ha risposto così a una domanda sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, che è al centro dell’agenda del semestre di presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea: crescita e finanze “solide” non sono “incompatibili”. E ancora: serve “mantenere la crescita” generata dal Fondo europeo per la ripresa. Allo stesso tempo, ha evidenziato il cancelliere, “dobbiamo lavorare sulla solidità delle nostre finanze. Non è una contraddizione. Per me, sono due facce della medesima medaglia”.

Gli stessi temi fondamentali trattati il 20 dicembre nella visita istituzionale a Roma, dove a Palazzo Chigi Scholz ha incontrato il Presidente Draghi. L’incontro sancisce la volontà dei due Paesi di proseguire l’impegno per un’Europa più forte e getta le basi del progetto di un "piano d'azione" tra Italia e Germania. I temi della conversazione vanno da un accordo sulla costituzione di una difesa comune europea alla lotta al cambiamento climatico, passando per la gestione della pandemia alle regole di bilancio. Sul tema della riforma del Patto di stabilità il cancelliere tedesco ha posto l’accento sul fatto che «le regole che abbiamo hanno già la loro flessibilità, sulla loro base possiamo lavorare anche in futuro». È una linea sulla quale «sono concordi anche i tre partiti che formano il nuovo governo tedesco. Noi - ha aggiunto - abbiamo già dimostrato cosa siamo in grado di fare con il Next Generation EU, l’Europa ha trovato una risposta comune» ad una crisi, quella della pandemia da Covid, senza precedenti.

Il progetto di un “piano d’azione” fra Italia e Germania da rinnovare ogni anno si trova al momento in uno stadio preliminare, ma rappresenta il segno che i due paesi intendono "dare una nuova dinamica" alla relazione bilaterale, sulla falsa riga del trattato del Quirinale, firmato da Roma e Parigi il 26 novembre 2021. A sua volta, il trattato del Quirinale che stabilisce una cooperazione bilaterale rafforzata per le relazioni franco-italiane, è stato definito come una sorta di equivalente del trattato dell'Eliseo e del trattato di Aquisgrana, che invece regolano la cooperazione franco-tedesca.

In ambito europeo, la Francia si appresta a esercitare le funzioni della presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea, dal 1 gennaio al 30 giugno 2022. La presidenza del Consiglio dell’UE organizza le riunioni, elabora i compromessi, emette le conclusioni e assicura la coerenza e la continuità del processo decisionale. Assicura una buona cooperazione tra tutti gli Stati membri e gestisce le relazioni del Consiglio con le istituzioni europee, in particolare la Commissione e il Parlamento europeo.

Sono questi i termini di una rinnovata leadership europea, che da Berlino, Parigi e Roma guarda a Bruxelles e alle sfide future per l’Unione.

Pausa caffè con Sandro Gozi, Eurodeputato Renew Europe e Segretario generale del Partito Democratico Europeo.

D: Caro Sandro, come valuti il programma del Cancelliere Scholz, nelle promesse federalista europeo?
R: Il programma del nuovo Governo tedesco presentato dal Cancelliere Scholz appare condivisibile perché presenta punti interessanti per chi si dichiara riformatore e convintamente europeista. Nel programma si legge: “Un’Unione Europea più forte democraticamente, più capace di agire e strategicamente sovrana è la base per la nostra pace, prosperità e libertà. È in questo quadro che noi affrontiamo le grandi sfide del nostro tempo. Useremo la Conferenza sul Futuro dell’Europa per le riforme. Supportiamo le modifiche necessarie ai Trattati. La Conferenza dovrebbe portare ad una Convenzione costituente e all’ulteriore sviluppo di uno Stato federale europeo, che sia decentrato e organizzato in accordo ai principi di sussidiarietà e proporzionalità e basato sulla Carta dei Diritti Fondamentali.” E ancora: “Vogliamo rafforzare il Parlamento Europeo, ad esempio per quanto riguarda il diritto di iniziativa, preferibilmente nei trattati, altrimenti a livello interistituzionale. Sosteniamo una legge elettorale europea unica con liste parzialmente transnazionali. Useremo ed estenderemo il voto a maggioranza qualificata nel Consiglio.” Per chi come me è da sempre federalista europeo leggere nel programma parole come riforma dei Trattati, convenzione costituente, Stato federale europeo fa davvero ben sperare.

D: A gennaio 2022 si insedia la Presidenza francese del Consiglio dell’UE: quali le sue priorità?
R: La settimana scorsa il presidente francese Emmanuel Macron ha detto ai giornalisti che la presidenza francese dell'Unione Europea mira a "muoversi verso un'Europa potente nel mondo, un'Europa pienamente sovrana, libera nelle proprie scelte e capace di dominare il proprio destino". Macron desidera un'Europa in grado di controllare i propri confini e per questo introdurrà una riforma dell'area di libera circolazione di Schengen. La Francia intende difendere il nostro modello sociale in Europa, concependo un modello di produzione ma anche di solidarietà: a marzo si terrà un vertice eccezionale attorno a un nuovo modello europeo di crescita e investimento. Macron ha anche affermato di volere un servizio civico europeo di sei mesi per tutti i giovani sotto i 25 anni. Il presidente francese ha promesso poi di conciliare le ambizioni climatiche e lo sviluppo economico e ha delineato i piani per la nuova tassa sul carbonio alle frontiere dell'UE. Annunciati i piani per trasformare l'Europa in una potenza digitale: attualmente sono in corso a livello UE due pacchetti legislativi, il Digital Services Act e il Digital Markets Act, che saranno priorità massime della presidenza francese. Sul dibattito sullo stato di diritto che ha diviso l'Europa occidentale e orientale, Macron ha avvertito che queste sono questioni esistenziali che non possono essere negoziate.

D: Come cambieranno gli equilibri della politica europea con la nuova coalizione “semaforo” in Germania e in vista delle prossime elezioni presidenziali in Francia? 
R: Fondamentale nella maggioranza che sostiene il nuovo Governo tedesco è l’apporto di Verdi e Liberali, due forze centrali in Germania come Italia Viva in Italia. La coalizione con l’SPD saprà auspicabilmente dare nuovo slancio al processo di integrazione europea, nell’ottica di una rinnovata comunione d’intenti tra Francia e Germania che però possa lasciare spazio questa volta al protagonismo di altri Stati membri: in questo senso l’Italia guidata da Mario Draghi dovrà e saprà fare al meglio la propria parte. Certo avere all’Eliseo per altri cinque anni Emmanuel Macron, primo ideatore della Conferenza sul Futuro dell’Europa e convinto europeista, sarà altresì fondamentale: in Primavera si gioca una partita strategica per gli equilibri futuri e i destini di Francia ed Europa.

D: Quale ruolo per l’Italia, anche in seguito alla recente firma del Trattato del Quirinale tra Draghi e Macron? 
R: Abbiamo visto che ci sono le premesse perché la Germania dia finalmente una risposta positiva alla proposta francese per un’Europa che torni ad essere padrona del proprio destino, che Macron sta portando avanti dall’inizio del suo mandato, e che anche l’Italia si associ a questo progetto. Il Governo Draghi ha ridato enorme credibilità e autorevolezza all’Italia in Europa. Lo scorso 26 novembre Draghi e Macron hanno firmato a Roma il Trattato del Quirinale - per il quale personalmente e politicamente mi sono tanto speso dal 2017- in cui si afferma che “Le Parti agiscono insieme per un’Europa democratica, unita e sovrana e per lo sviluppo dell’autonomia strategica”. Il treppiede Berlino-Parigi-Roma, con il lavoro portato avanti dalle grandi famiglie partitiche europeiste di socialisti, popolari e liberali, è secondo me la base sulla quale costruire l’Europa del presente e del futuro.

Un EUforico abbraccio,

Alessio e Matteo - Italia Viva chiama Bruxelles

 

  

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